Alla scoperta di Friend Tech
Qualche mese fa abbiamo parlato di Optimism, (per chi non si ricordasse cliccare qui) dei suoi obiettivi ambiziosi e della collaborazione con Coinbase. Da questa collaborazione è nata BASE un progetto incubato all'interno di Coinbase ma con gli usuali piani per decentralizzarsi progressivamente con l’ambizione di portare onchain il prossimo miliardo di utenti (per saperne di più clicca qui base.org).
Base è costruito come uno strato di secondo livello (L2) su Ethereum, con la sicurezza, la stabilità e la scalabilità necessarie (in qualche misura garantite dalla reputazione di Coinbase) ma con costi estremamente contenuti e la presenza delle ultime novità in tema blockchian ethereum come l'astrazione degli account (ERC4337 … ne parleremo presto), semplici API per sviluppatori transazioni senza costi di gas e portafogli per smart contract.
Sulla base di questa opportunità, estremamente recente, la rete Base è stata lanciata ufficialmente il 9 Agosto, e abbiamo già un caso originale da commentare.
Lanciata in beta l’11 agosto Friend.Tech ha generato $1,12 milioni di fees nella giornata del 19 agosto (a valle del crollo generalizzato del mercato crypto nei giorni precedenti). I tempi tecnici di redazione e condivisione di questo articolo non ci permettono di commentare dati che si muovono con una velocità incredibile, ma per quelli un po’ più smaliziati potrà dare un aggiornamento ed una dimensione del fenomeno the Dune https://dune.com/cryptokoryo/friendtech.
Friend.tech è un' applicazione decentralizzata social e nasce da un gruppo di sperimentatori che avevano lanciato TweetDAO, una struttura decentralizzata per controllare un account Twitter (ops X) e Stealcam (il sito attualmente è offline) un' applicazione finalizzata a valorizzare immagini dall’arte ai selfie.
Per entrare in Friend.tech che è collegata ad X ed è anche un wallet decentralizzato (essenziale valorizzarlo per poter accedere) occorre, per ora, avere un invito. Aldilà delle campagne pubblicitarie con codici invito pubblicati su X, il numero degli utenti a 12 giorni dal lancio è significativo.
Tutti fenomeni che si inseriscono nel filone della valorizzazione del capitale reputazionale online attraverso i cosiddetti “social token”, indirizzati verso un pubblico di utenti digitali abbastanza sofisticato ma pronti ad una diffusione di massa.
I social token sono nominalmente utility token con cui personaggi di rilevo nel mondo digitale (influencer, artisti, sportivi) creano una propria moneta con cui i fan posson comperare beni o servizi ma anche influenzare le scelte artistiche o particolari attività di chi ha emesso il token.
Possiamo considerarli mini acconti su futura vendita o mini strutture di consultazione dei fans, di amici fidati per indirizzare nuove strategie; più semplicemente, per usare i termini cripto, mini Airdrop o mini DAO.
Un fenomeno di nicchia, Friend.tech permette a tutti di guadagnare proponendo la propria immagine o contenuti online.
Facciamo un paio di esempi: un trader particolarmente esperto vende dei servizi in abbonamento o un influencer particolarmente famoso ha dei contenuti riservati ai membri top della sua community, tutti meccanismi già conosciuti ma … chi accede con un social token vede questo corso, utilizza i contenuti ed alla fine se il trader è di grande successo e l’influencer diventa sempre più importante i token potrebbero aumentare di valore e chi lo ha comprato ci guadagna.
In questa dinamica l’utente è più contento di comperare il corso o il selfie curioso della star del momento perché pensa di poterlo rivendere e si impegnerà a evidenziare i valori del corso o la fama della star per far aumentare il valore del token.
Insomma, se l’immagine online è un capitale, se un account X può diventare un opinion leader anche gestito collettivamente, i token collegati sono ciascuno una quota di quel valore, tanto che all’inizio il social token di Friend.tech era denominato SHARE ("azione" in inglese) e solo recentemente è stato rinominato in KEY ("chiave" in inglese) con un messaggio su X che ha avuto quasi 750.000 views. Riportiamo : “We’ve renamed Shares to 𝗞EYS. The original name was a placeholder during development and we think Keys better illustrates their purpose as in-app items used to unlock your friends' chatrooms”.
La spiegazione è semplicistica e più probabilmente, visto il successo, qualcuno ha rivisitato tutto il framework legale trovando il nome a rischio soprattutto con la normativa americana (e l’attenzione preoccupata della SEC sul mondo crypto).
Andando alla sostanza, non basta che io abbia un guadagno nel rivendere il token per definire lo stesso una security, ma ci sono alcuni indizi a cui fare attenzione relativi a modi in cui il token viene proposto e distribuito, come viene gestita la chat/gruppo e quali sono le promesse del founder a chi compra le sue chiavi.
Il primo esempio che sicuramente potrebbe correre dei rischi di riqualificazione, è quello di un trader che attraverso le sue Keys proponga dei programmi di copy trading, facendo diventare la definizione di utility token un po’ stretta.
Gli exchange non sono toccati, perché per ora né la Key, né l’accesso a Friend.tech passa da un exchange. L’app stessa potrebbe essere da tenere d’occhio per capire le evoluzioni dei modelli di business del mondo dei digital asset, in quanto il menu della homepage oltre ad evidenziare il saldo del wallet, la possibilità di cercare amici, e di gestire le proprie chat, presenta anche l’accesso ad una pagina di Airdrop di punti di cui non è chiaro l’uso attuale, la possibilità di invitare amici e un ranking di ciascun iscritto.
Partita con grande e forse inaspettata forza Friend.tech promette di stressare in modo nuovo le opportunità di business decentralizzate e di darci occasioni di riflessioni profonde sul senso e opportunità di comprarmi un amico che in realtà è un socio informale di un business che include la mia e la sua visibilità online.