Vitalik contro Maker DAO?
Sempre alla ricerca di occasioni di riflessione negli ultimi giorni uno spunto interessante ci viene da Vitalik Buterin (per chi non lo sapesse l’ ”inventore” di Ethereum).
Infatti quando Rune Christensen, co-fondatore di MakerDAO, ha pubblicato un paper dettagliando la migrazione che comporterà il lancio di una nuova rete esclusivamente per Maker, con modifiche ai token MKR e DAI (richiederà circa tre anni) e annunciando i piani per eseguire un fork di Solana per la futura migrazione dell'appchain del progetto, il co-fondatore di Ethereum, Vitalik Buterin, ha venduto 500 MKR per 353 ETH (non tanti soldi ma un segnale importante), portando ad una diminuzione del 5,6% nel prezzo del token MKR.
Buterin non si è fermato qui, ha successivamente espresso le sue preoccupazioni sul server Discord di Reflexer, un concorrete di Maker, suggerendo a tutti di sfruttare questa opportunità per fare concorrenza a Maker DAO.
Litigiosità tra stelle del firmamento cripto? Buterin si è impermalosito per una cosa che succederà “forse” fra tre anni?
Nessuna delle due.
L’indizio sta nel termine appchain, su cui molti avranno sorvolato perché avvinti dalla trama dei fatti o semplicemente perché non sapendo cosa sono le hanno catalogate nel software vario e incomprensibile su cui si basa il mondo crypto, sempre limitato dalla difficoltà di trovare parole semplici e casi d’uso per tutti.
In realtà le appchains stanno diventando sempre più popolari, offrendo applicazioni più veloci e transazioni più economiche. Molti nella comunità cripto vedono questo sviluppo in modo positivo, riconoscendo il potenziale delle capacità di Solana.
Ma cosa sono le appchain?
Sono blockchain disegnate per una specifica applicazione, con una struttura di base che garantisce funzionalità ed interoperabilità, la struttura superiore provvede a necessità specifiche tenendo conto di sicurezza e performance.
Qualcuno ricorderà il post dove si parlava di Layer 1 e Layer 2 e nonostante potrebbe non vedere differenze, ce ne sono un paio molto rilevanti.
La prima è sicuramente che le appchains dedicano tutto il blockspace ad una singola funzionalità e tendenzialmente lo fanno bene (il blocco è delle dimensioni gradite dal network di utilizzatori), in modo economico (non c’è competizione sulle fee tra utilizzi diversi) che possono anche scegliere il modello di consenso/validazione delle transazioni (un ironico autore americano ha provocatoriamente sostenuto che la bitcoin blockchain è una app chain per la riserva di valore).
Una seconda differenza significativa è che in tutte le blockchain, sidechains, modular chains e parachains guida sempre l’interesse dello sviluppatore; qui, sembra più l’interesse del network, e non è un caso che il tema emerga da Maker, che, governato da una DAO, è uno dei migliori esempi (… non ancora perfetto!) di decentralizzazione.
Quando gli utenti possano essere tanti, il loro interesse è fondamentale, ma sapere se le appchain sono dedicate a grandi community o se grazie alle appchains grandi community entreranno nel mondo crypto, é la domanda fondamentale ed il motivo per cui la appchain di Maker su Solana inquieta i programmi di Vitalik Buterin.